domenica 1 gennaio 2012

DICEMBRE 2011

dicembre 2, 2011 - NIGERIA
SUSSIDI BENZINA, PARLAMENTO VOTA CONTRO ABOLIZIONE

dicembre 2, 2011 - NIGERIA
PIENO DI GIUSTIZIA 65 NAIRA AL LITRO

dicembre 7, 2011 - NIGERIA
ESPLOSIONE NELLA CITTÀ DI KADUNA, VITTIME E FERITI

dicembre 13, 2011 - NIGERIA
ATTENTATO A MAIDUGURI, DIVERSE VITTIME

dicembre 14, 2011 - NIGERIA
SUSSIDI BENZINA, SULL’ABOLIZIONE IL GOVERNO VA AVANTI

dicembre 15, 2011 - NIGERIA
TORNANO ALLA CHIESA LE SCUOLE CONFISCATE DOPO LA GUERRA

Nigeria, sequestro lampo, tecnico liberato dopo 24 ore
Repubblica 15/12/2012

dicembre 19, 2011 - 08 NIGERIA
BOKO HARAM, SCONTRI E ARRESTI NEL NORD

Nigeria: 40 morti in attacchi contro i cattolici
Quotidiano.net 26 dicembre 2011

dicembre 27, 2011 - NIGERIA
UN MISSIONARIO DA ABUJA, “CLIMA DI INSICUREZZA E PAURA, OSTACOLI ALLA PACE”

dicembre 27, 2011 - NIGERIA
DOPO ATTENTATI DI NATALE, APPELLI PER MANTENERE VIVO DIALOGO

dicembre 28, 2011 - NIGERIA
CAPO MUSULMANO INCONTRA PRESIDENTE, CALMA E APPRENSIONE

dicembre 28, 2011 - NIGERIA
BOKO HARAM, ESTREMISTI DAGLI OBIETTIVI OSCURI

dicembre 28, 2011 - NIGERIA
ARCIVESCOVO DI JOS: “CONTRO TERRORISTI SERVE UN GOVERNO PIU’ DECISO”

dicembre 29, 2011 - NIGERIA
PRESIDENTE INCONTRA LEADER RELIGIOSI E INVITA ALLA CALMA

6 December 2011
Nigeria's ex-Boko Haram spokesman Konduga jailed

5 December
Nigerian leaders unite against same-sex marriages

14 December 2011
Nigeria's Niger Delta: drownings in boat accident

19 December 2011
Lagarde praises Nigeria's economic efforts

21 December 2011
Shell shuts Nigerian oil field after spill

23 December 2011
Nigeria oil spill 'could hit fisheries'

25 December 2011
Deadly Nigeria bomb attacks condemned by world leaders

28 December 2011
Nigeria Christians 'to defend churches from Boko Haram'


dicembre 2, 2011 - NIGERIA
SUSSIDI BENZINA, PARLAMENTO VOTA CONTRO ABOLIZIONE
La Camera bassa del parlamento ha bocciato la proposta del governo di abolire dal primo gennaio i sussidi che storicamente tengono bassi i prezzi del carburante. La misura era parte di un disegno di legge di programmazione economica e finanziaria di durata triennale.
Secondo i resoconti dei quotidiani, da “The Vanguard” a “This Day”, i deputati hanno chiesto di trovare fonti di finanziamento alternative per ridurre il deficit di bilancio.
Il progetto di abolire i sussidi per la benzina ha alimentato per settimane le proteste di partiti, sindacati e organizzazioni non governative. Secondo i critici, la misura potrebbe determinare aumenti dei prezzi compresi tra il 200 e il 300% in un paese dove circa i quattro quinti della popolazione vivono già al di sotto della soglia di povertà.
Stando alle cifre contenute nel disegno di legge votato in parlamento ieri, l’abolizione dei sussidi consentirebbe di risparmiare ogni anno 1300 miliardi di naira, circa cinque miliardi e 800 milioni di euro; secondo il governo, una parte di queste risorse potrebbe essere destinata a progetti di sviluppo infrastrutturale, un’altra alla creazione di “reti di protezione per i segmenti poveri della società”. (MISNA)


dicembre 2, 2011 - NIGERIA
PIENO DI GIUSTIZIA 65 NAIRA AL LITRO
 “Meno male” sospira padre Ralph Madu, il portavoce della Conferenza episcopale. La Camera bassa del parlamento ha respinto la proposta di abolire i sussidi che da anni tengono bassi i prezzi del carburante, un colpo da kappaò per milioni di nigeriani.
Il disegno di legge che conteneva le misure ieri ha diviso il People’s Democratic Party (Pdp), il partito di governo che detiene la maggioranza assoluta dei seggi. “Questo voto – dice alla MISNA padre Madu – è un appello pressante ad avviare una riflessione”.
L’abolizione dei sussidi è il piatto forte delle liberalizzazioni della signora Ngozi Okonjo-Iweala, giunta alla guida del ministro delle Finanze direttamente dalla Banca mondiale. La sua tesi è che lo Stato risparmierebbe ogni anno 1300 miliardi di naira, circa cinque miliardi e 800 milioni di euro. Una parte di queste risorse, sostiene, potrebbe essere destinata a progetti di sviluppo infrastrutturale; un’altra alla creazione di “reti di protezione per i segmenti poveri della società”.
Molti l’hanno presa male. Per settimane, i giornali hanno rilanciato i moniti delle associazioni e dei sindacati convinti che la fine dei sussidi causerebbe rincari del 200 o del 300% per i trasporti e i beni di consumo essenziali. “Se il governo non fa marcia indietro sarà un cataclisma” ripete alla MISNA James Bawa Magagi, un politico navigato, già vice-governatore dello Stato di Kaduna.
Uno dei problemi della riforma sono i tempi. Storicamente i sussidi hanno favorito la corruzione e permesso l’arricchimento dei trafficanti pronti a rivendere all’estero la benzina acquistata per 65 naira al litro, meno di 30 centesimi di euro. Ma per evitare guai ancora peggiori bisogna prima superare il paradosso di un paese ricco di petrolio che è costretto dalla mancanza di raffinerie a importare almeno l’80% del carburante necessario al suo fabbisogno.
“La concorrenza non farà mai scendere i prezzi abbastanza se non si risolve il nodo delle raffinerie” sostiene padre Anthony Zakka, presidente dell’Associazione dei direttori diocesani delle comunicazioni sociali. Che i problemi siano interconnessi lo conferma una risoluzione approvata sempre ieri dai deputati, nella quale si chiede di spiegare perché tra il 2002 e il 2004 fu autorizzata la costruzione di 26 raffinerie e oggi il numero degli impianti resti lo stesso.
“Nel 2012 povertà per tutti?” ha chiesto qualche giorno fa il quotidiano “Business Day”, giocando con l’“ora x” dell’abolizione dei sussidi, il primo gennaio prossimo. Nell’articolo si sottolineava che i prezzi bassi alla pompa sono stati finora l’unico beneficio portato dal petrolio alla stragrande maggioranza dei nigeriani. “C’è chi ha paura torni l’esercito” dice alla MISNA padre Zakka, ripercorrendo con il pensiero i 12 anni trascorsi dalla fine dei regimi militari. “La signora Okonjo-Iweala – aggiunge sottovoce padre Madu – viene dal mondo della finanza”.  (MISNA)


dicembre 7, 2011 - NIGERIA
ESPLOSIONE NELLA CITTÀ DI KADUNA, VITTIME E FERITI
Ha provocato diverse vittime e molti feriti l’esplosione avvenuta oggi a Kaduna, una delle principali città del nord della Nigeria: lo dicono alla MISNA testimoni che si trovavano sul posto al momento della deflagrazione, udita a vari chilometri di distanza.
“Sono crollati diversi edifici perché l’esplosione è stata fortissima” dice alla MISNA Shehu Sani, presidente Civic Rights Group, un’organizzazione non governativa che ha la sua sede a circa un chilometro del luogo dove si è verificata la deflagrazione.
Secondo le fonti sentite dalla MISNA a Kaduna, il centro della città è stato cordonato da poliziotti e militari. L’esplosione si sarebbe verificata in una zona residenziale dove ci sono anche molti negozi. Un portavoce dell’Ente nazionale per la gestione delle emergenze (Nema) ha detto che in questo momento la polizia sta raccogliendo i corpi delle vittime.
Anche se l’origine dell’esplosione resta per ora da capire, le fonti della MISNA ipotizzano che si sia trattato di un attentato. Negli ultimi mesi l’esercito e la polizia hanno intensificato gli arresti e la repressione nei confronti di Boko Haram, un gruppo armato che ha rivendicato diversi attentati nel nord della Nigeria e ad Abuja. (MISNA)


dicembre 13, 2011 - NIGERIA
ATTENTATO A MAIDUGURI, DIVERSE VITTIME
Sono diverse le vittime causate oggi da un attentato dinamitardo seguito da una sparatoria nella città nord-orientale di Maiduguri, la roccaforte del gruppo armato Boko Haram: lo dicono alla MISNA responsabili dell’Ente nazionale per la gestione delle emergenze (Nema) che si trovano sul posto.
“Nell’ospedale cittadino sono stati portati diversi cadaveri e decine di feriti – sottolinea Aliwu Sambo, responsabile dell’Ente per la Nigeria nord-orientale – ma è presto per un bilancio definitivo”.
Sulla base delle prime ricostruzioni, un attentatore suicida avrebbe cercato di farsi esplodere in prossimità di un posto di blocco dell’esercito. Secondo alcuni residenti i militari hanno cominciato a sparare in modo indiscriminato, ma le accuse sono state respinte dall’esercito.
Le violenze di oggi seguono di poche settimane altri attentati attribuiti a Boko Haram. Questo gruppo di matrice islamica trae la forza da difficoltà economiche e squilibri regionali che penalizzano il nord semiarido e per lo più musulmano della Nigeria. (MISNA)


dicembre 14, 2011 - NIGERIA
SUSSIDI BENZINA, SULL’ABOLIZIONE IL GOVERNO VA AVANTI
L’abolizione dei sussidi per la benzina dal 1° gennaio, una misura controversa destinata ad alimentare forte opposizione a livello sociale, è un elemento centrale del disegno di legge di bilancio preventivo presentato in parlamento dal capo di Stato Goodluck Jonathan.
L’abolizione dei sussidi consentirebbe allo Stato di risparmiare 1300 miliardi di naira, circa cinque miliardi e 800 milioni di euro. Parte di queste risorse, insieme con un taglio delle spese correnti e i proventi di una produzione petrolifera prevista di due milioni e 480 barili al giorno, dovrebbero finanziare la realizzazione di progetti infrastrutturali.
Sull’abolizione dei sussidi il parlamento torna a votare dopo il “no” del 1° dicembre scorso, accolto con un sospiro di sollievo dai sindacati e dalle associazioni preoccupate per le conseguenze di un’impennata inflazionistica sui settori più deboli della società nigeriana. A oggi il prezzo di un litro di benzina è di 65 naira, circa 30 centesimi di euro. Senza i sussidi, sostengono i sindacati, ci sarebbero aumenti tra il 200 e il 300%. (MISNA)


dicembre 15, 2011 - NIGERIA
TORNANO ALLA CHIESA LE SCUOLE CONFISCATE DOPO LA GUERRA
 “È una responsabilità grande” dice alla MISNA monsignor Paulinus Ezeokafor, il vescovo di Akwa che ha ora il compito di far rinascere le 453 scuole elementari restituite alla Chiesa dopo le confische della guerra civile.
La decisione è stata annunciata giorni fa dal governatore di Anambra, uno degli Stati petroliferi della Nigeria sud-orientale che tra il 1967 e il 1970 furono parte della repubblica secessionista del Biafra.
Nel complesso, alla Chiesa cattolica, alle sue congregazioni missionarie o alla comunità anglicana, saranno restituite 1040 scuole. Il governatore di Anambra si è impegnato a finanziarle con sei miliardi di naira, circa 28 milioni di euro, e a continuare a versare gli stipendi agli insegnanti. “Il nostro compito – assicura ora monsignor Ezeokafor – è collaborare con lo Stato per porre fine al degrado materiale e spirituale degli ultimi decenni”.
La scelta del governatore di Anambra si spiega anche con la religiosità sua e della sua famiglia, con un fratello sacerdote e una sorella suora. Ma allo stesso tempo è parte di un discorso ampio, che riguarda la Nigeria nel suo complesso. Le “scuole missionarie”, questo il nome più utilizzato dalla stampa, non furono confiscate soltanto nel Sud-est. In queste settimane si discute di una loro possibile restituzione anche nella regione di Lagos, la grande metropoli della Nigeria sud-occidentale. A confermare la dimensione nazionale del problema sono stati i vescovi nigeriani, che a molti governi avevano chiesto di “porre rimedio alle ingiustizie” del passato. “Il governatore dello Stato di Anambra ha riscritto la storia – si legge in una nota diffusa la settimana scorsa – cominciando a curare le ferite del passato, rivitalizzando il settore dell’istruzione e promettendo un futuro ai giovani del nostro paese”. (MISNA)


Nigeria, sequestro lampo, tecnico liberato dopo 24 ore

ABUJA - Sequestro-lampo di un tecnico italiano in Nigeria: Carmelo Stella, della ditta Moreno Plc, che stava dirigendo un progetto per la costruzione di una strada nell'area di Ogbia (stato di Bayelsa), nella zona del Delta del Niger, la principale regione petrolifera del Paese.
Un portavoce della polizia ha reso noto che il tecnico era stato rapito il 9 dicembre e liberato il giorno dopo. Era stata avanzata la richiesta di un riscatto di 700mila dollari, ma non è chiaro se ci sia stato un pagamento. La polizia ha arrestato quattro persone.
Un altro tecnico italiano era stato sequestrato a maggio nel nord-ovest della Nigeria, al confine con il Niger, e non è ancora stato liberato. Si tratta di Franco Lamolinara, 47 anni, originario di Gattinara, in provincia di Vercelli, che lavora per la società di costruzioni Stabilini Visiloni Ltd e al momento del rapimento era impegnato nella costruzione di un edificio della Banca centrale nigeriana a Birnin Kebbi, capoluogo dello Stato omonimo.
Repubblica 15/12/2012


dicembre 19, 2011 - 08 NIGERIA
BOKO HARAM, SCONTRI E ARRESTI NEL NORD
Ci sarebbe anche un comandante tra i 14 militanti di Boko Haram arrestati durante l’ultimo degli scontri a fuoco tra il gruppo armato e le forze dell’ordine nel nord della Nigeria: lo scrivono oggi i principali quotidiani del paese, riferendo di un bilancio di almeno sette vittime solo nel fine-settimana.
Mohammed Aliyu, noto con il soprannome di “Hamza”, sarebbe stato catturato dopo l’irruzione di un commando speciale nella sua abitazione nella città di Kano. Secondo la ricostruzione della polizia, nella sparatoria sono rimasti uccisi tre agenti e quattro militanti.
Questo episodio di violenza è solo l’ultimo a coinvolgere Boko Haram, un gruppo di matrice islamica forte per le difficoltà economiche e gli squilibri regionali che penalizzano il nord semiarido e per lo più musulmano della Nigeria.
Sempre a Kano, giovedì sera, era stata assaltata una scuola dell’aeronautica militare. Nella versione delle Forze armate, prima di essere respinti i militanti avevano ucciso tre ufficiali. (MISNA)


Nigeria: 40 morti in attacchi contro i cattolici

Il Papa: "Basta violenze". Condanna dai leader mondiali
Natale di sangue nel Paese africano. L'attentato più sanguinoso con un'autobomba contro la chiesa cattolica di Santa Teresa a Madalla, a 45 km dalla capitale
Abuja, 26 dicembre 2011 - E’ di almeno 40 morti il bilancio, provvisorio e ufficioso, dei morti di Natale in Nigeria, il secondo consecutivo scandito da attentati e lutti. L’episodio simbolo è avvenuto nella chiesa cattolica di Santa Teresa a Madalla, nello stato confederato di Niger, a circa 45 chilometri dalla capitale federale, Abuja. Proprio qui, il 25 mattina, è esplosa un’auto bomba al termine della messa quando i fedeli stavano uscendo, uccidendo almeno 35 persone e provocando oltre 50 feriti, di cui numerosi in gravi condizioni.
Un altro morto si è registrato a Jos, capoluogo dello stato di Plateau, nel centro del Paese martoriato da oltre dieci anni da sanguinosi scontri tra etnie diverse e tra la comunità musulmana e cristiana.
Nel nord-est, sempre il giorno di Natale, i morti sono stati quattro, da sommare alle 70 vittime dei giorni immediatamente precedenti, di cui una sessantina provocati dall’azione repressiva dell’esercito locale in risposta ad alcuni attentati rivendicati, come quello di Madalla, da Boko Haram, gruppo terroristico di matrice islamica che ufficialmente rivendica l’estensione a tutta la nazione della sharia, attualmente in vigore, seppure in modo blando, in 12 dei 36 stati confederati che compongono la Repubblica federale.
IL VATICANO - E proprio a quanto avvenuto in Nigeria è andato il pensiero del Papa durante l'Angelus del giorno di Santo Stefano. Benedetto XVI ha espresso la sua "profonda tristezza" per gli attentati, che hanno portato "lutto e dolore", e ha fatto appello affinché "si fermino le mani dei violenti". "La violenza - ha detto dalla finestra su piazza San Pietro - è una via che conduce solamente al dolore, alla distruzione e alla morte". In precedenza il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, aveva affermato che l’attentato è "un’azione assurda", che dimostra "un odio cieco che non ha alcun rispetto per la vita" e alimenta l’odio e la confusione.
LE REAZIONI - Gli Usa hanno condannato la violenza e la Casa Bianco ha preso immediatamente contatto con le autorità nigeriane. In Europa hanno condannato gli attacchi il ministro italiano degli Esteri Giulio Terzi, che ha parlato di "episodi orrendi", e il ministro tedesco Guido Westerwelle.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha espresso "la sua simpatia e le sue condoglianze al popolo della Nigeria" e ha chiesto "la fine di tutte le violenze settarie nel paese", ha detto un suo portavoce.
Condanna anche da parte del presidente nigeriano Goodluck Jonathan: "Questi atti di violenza contro cittadini innocenti sono un affronti ingiustificabili alla nostra sicurezza e alle nostre libertà collettive". Il governo nigeriano ha deciso di organizzare un vertice speciale sulla sicurezza nazionale a inizio del 2012.
Quotidiano.net 26 dicembre 2011


dicembre 27, 2011 - NIGERIA
UN MISSIONARIO DA ABUJA, “CLIMA DI INSICUREZZA E PAURA, OSTACOLI ALLA PACE”
 “C’è un clima di generale insicurezza, chi viene a messa dopo la fine della celebrazione scappa subito via, tutti hanno paura di altri attentati e attacchi di Boko Haram”: raggiunto dalla MISNA, padre Maurice Henry, parla di Abuja e di come la città sta vivendo i giorni seguiti a una serie di attentati contro chiese cristiane ad Abuja, Jos e Damaturu.
“Parecchia gente sta lasciando in queste ore Abuja diretta ai propri villaggi di origine – prosegue questo missionario della Sma, la Società missioni africane – ma è difficile distinguere tra chi lo sta facendo perché aveva in programma di farlo come spesso avviene in questo periodo, e chi invece sta fuggendo da una situazione considerata difficile e a rischio. Di certo, la gente ha paura, non si sente sicura”.
Gli attentati, rivendicati dalla setta di ispirazione islamica che sta applicando in Nigeria tecniche e metodi già visti in paesi asiatici, hanno approfondito il solco tra cristiani e musulmani. “Sappiamo benissimo e tutti ne sono coscienti che cristiani e musulmani, nella loro stragrande maggioranza, vogliono convivere in pace e armonia – aggiunge il missionario – ma è inevitabile che attentati così letali organizzati in un giorno di festa per i cristiani non abbiano ripercussioni sul paese. Sebbene i leader musulmani stiano ancora in queste ore tentando di dissociarsi dai fatti del giorno di Natale, servirà tempo prima di poter curare queste ferite”.
Secondo il missionario, Boko Haram è riuscita ad allargare la sua base operativa anche grazie alla capacità di arruolare nuove persone tra le classi sociali più povere. “E’ un fatto innegabile – conclude padre Maurice – che nonostante l’apparato di sicurezza messo in piedi dallo Stato la setta continui a farsi sentire e anzi ad alzare il tiro”. (MISNA)


dicembre 27, 2011 - NIGERIA
DOPO ATTENTATI DI NATALE, APPELLI PER MANTENERE VIVO DIALOGO
Nuove strategie per fronteggiare minacce e azioni di Boko Haram, il gruppo terroristico di ispirazione islamica che ha firmato una serie di attentati contro chiese cristiane che nel giorno del Natale hanno causato la morte di 39 persone tra Abuja, Jos e Damaturu. Le ha annunciate il ministro degli Interni Abba Moro in interviste rilasciate a diversi organi di stampa.
Un annuncio accompagnato da esercitazioni militari della 82ª divisione dell’esercito nigeriano che, secondo il quotidiano Vanguard, si sono tenute in diverse città tra cui Aba, Umuahia, Owerri, Enugu e Port Harcourt.
I fatti avvenuti in Nigeria sono stati condannati ieri da Benedetto XVI che ha ricordato come soltanto il rispetto e la riconciliazione possono portare la pace. “Desidero manifestare la mia sincera e affettuosa vicinanza alla comunità cristiana – ha detto il Pontefice durante l’Angelus – e a tutti coloro che sono stati colpiti da questo assurdo gesto e invito a pregare il Signore per le numerose vittime. Faccio appello affinché con il concorso delle varie componenti sociali, si ritrovino sicurezza e serenità. In questo momento voglio ripetere ancora una volta con forza: la violenza è una via che conduce solamente al dolore, alla distruzione e alla morte; il rispetto, la riconciliazione e l’amore sono la via per giungere alla pace”.
In un’intervista a Radio Vaticana, monsignor John Olorunfemi Onayekan, arcivescovo di Abuja, ha sottolineato i rischi di maggiore instabilità ma anche le opportunità per rafforzare la pace che devono essere colte: “La grande maggioranza dei nigeriani – musulmani e cristiani – vuole vivere in pace, insieme. Vogliamo poi far notare che tra le vittime di questo attentato c’erano anche musulmani… Dobbiamo prendere molto seriamente il discorso del dialogo e della promozione della convivenza… Non dobbiamo lasciare che uccidano il nostro spirito: lo spirito di convivenza, lo spirito di vivere insieme con altra gente, lo spirito di rispettarci gli uni gli altri. C’è il grande pericolo che con questo tipo di gesto si crei tensione e odio reciproco tra cristiani e musulmani. E questo sarebbe una tragedia ancora più grave”. (MISNA)


dicembre 28, 2011 - NIGERIA
CAPO MUSULMANO INCONTRA PRESIDENTE, CALMA E APPRENSIONE
 “Non c’è un conflitto tra musulmani e cristiani, ma un conflitto tra persone buone e persone malvagie. I buoni sono più numerosi e si devono unire per sconfiggere i malvagi”: lo ha detto Muhammad Sa’ad Abubakar, sultano di Sokoto e massima autorità spirituale musulmana del paese, dopo aver incontrato ieri il presidente della Repubblica Goodluck Jonathan. Un incontro convocato in seguito agli attentati contro alcune chiese cristiane il giorno di natale attribuiti alla movimento terroristico di matrice islamica Boko Haram.
Anche il Consiglio supremo musulmano, in un comunicato, ha condannato gli attentati di domenica e auspicato i provvedimenti necessari per garantire la sicurezza di tutti i cittadini.
Nella capitale Abuja e nel resto del paese, resta forte la paura, soprattutto tra la comunità cristiana. “C’è calma e apprensione” dice alla MISNA O. Nwakpa, responsabile della comunicazione della Croce Rossa, le cui squadre sono intervenute in assistenza alle vittime degli attentati. “Abbiamo fornito materiale medico in almeno sette strutture ospedaliere di Abuja, a Jos e Damaturu, i feriti stano ricevendo cure e assistenza. Esponenti governativi hanno visitato le chiese colpite e fatto donazioni in denaro” ha aggiunto l’esponente della Croce Rossa.
Il bilancio ufficiale complessivo degli attentati del 25 dicembre nei pressi delle chiese di Santa Teresa a Madalla (40 chilometri da centro di Abuja), della ‘Mountain of Fire and Miracles church’ nello Stato centrate di Jos, di una chiesa di Damaturu e di una chiesa di Gadaka, nello Stato settentrionale di Yobe, è di 39 morti “ma è difficile, quasi impossibile sapere esattamente quante persone sono state uccise nelle esplosioni” dice Nwakpa alla MISNA. Secondo alcune testimonianze, non confermate, raccolte da nostre fonti ad Abuja, il bilancio reale potrebbe essere più alto e superare le cento vittime. (MISNA)


dicembre 28, 2011 - NIGERIA
BOKO HARAM, ESTREMISTI DAGLI OBIETTIVI OSCURI
Un movimento radicale islamico altamente decentralizzato: così viene definita Boko Haram da John Campbell, esperto di politica africana presso lo statunitense ‘Council of foreign relation’, lo stesso che pubblica ‘Foreign Affairs’. In una sua analisi degli attentati di Natale rivendicati da Boko Haram, Campbell sostiene che il gruppo terroristico può aver avuto diversi obiettivi: mostrare ai nigeriani e alla comunità internazionale di essere in grado di destabilizzare il paese rendendolo ingovernabile per l’amministrazione a prevalenza cristiana del presidente Goodluck Jonathan; dimostrare di poter colpire ovunque; provocare rappresaglie da parte dei cristiani al di fuori del nord musulmano.
Se Campbell non si spinge oltre nella sua analisi, suonano quanto mai attuali le parole rilasciate alla MISNA lo scorso settembre da monsignor Matthew Hassan Kukah, vescovo di Sokoto. “La religione è una copertura, il nodo è sociale” aveva detto il vescovo. “La corruzione – aveva poi aggiunto – le ingiustizie e la delusione per il fatto che 12 anni di democrazia non hanno migliorato le condizioni di vita sono diventate una miscela esplosiva con le esecuzioni sommarie dell’esercito e dei corpi speciali. Se la vita cominciasse a migliorare come sta avvenendo nel Delta del Niger, la gente butterebbe via le armi. Lo ripeto, la fede non c’entra. Il governatore e tutta la popolazione sono musulmani. Che Boko Haram si richiami alla religione è inevitabile, perché la religione è l’unico segno di appartenenza comprensibile a tutti”.
Secondo il vescovo, “Jonathan avrebbe dovuto prendere decisioni in grado di favorire una pacificazione. Avrebbe dovuto visitare quelle terre, facendosi vedere dalla gente, e adottare politiche mirate per lo sviluppo. Ai nigeriani non importa della religione del presidente, vogliono sentire che si combatte la corruzione e si affrontano le ingiustizie”.
Che la corruzione unita ad altri disagi sociali sia uno dei mali profondi del paese è opinione generale di molti osservatori. “Ma Boko Haram – dice alla MISNA Olauale Oladejo, del Comitato Primo marzo, organizzazione vicina alla comunità nigeriana in Italia – non è che la manodopera di poteri molto forti e territoriali che dalla destabilizzazione del paese hanno tutto da guadagnare. Un movimento ‘usato’ per seguire le linee di divisione etniche e religiose del mosaico nigeriano”.
Certo, restano i dubbi sulle fonti di finanziamento usate da Boko Haram, sulla capacità di rifornirsi di armi e sugli obiettivi. Interrogativi che Campbell risolve in questo modo: “Boko Haram si finanzia attraverso rapine in banca, si arma violando gli arsenali governativi o acquistando armi sul mercato nero nigeriano. Non occorre per forza ipotizzare una ‘mano straniera’ dietro alle recenti operazioni di Boko Haram” ovvero è ancora prematuro pensare a collegamenti con il terrorismo transnazionale di matrice religiosa.
Il problema, riguarda semmai riuscire ad aprire una qualche forma di dialogo con un movimento che dalla morte del suo fondatore Mohammed Yussuf non conta leader carismatici né tantomeno una chiara struttura gerarchica. Fondato nel 2002 a Maiduguri, Boko Haram (la libera traduzione è ‘L’educazione occidentale è peccato’) fino al 2009 ha operato senza cercare il confronto violento. Nel 2009, in seguito all’introduzione di una legge contestata dal movimento, e a proteste negli Stati di Borno, Yobe e Kano, arriva la svolta, paradossalmente favorita da una cruenta repressione da parte dell’esercito (centinaia le vittime). Lo stesso Yussuf viene ucciso, ma invece di essere ridotto in silenzio Boko Haram comincia ad operare su più livelli: recluta nuovi adepti e attacca i simboli del potere. Fino al salto di quest’anno con gli attacchi all’Onu e ora gli attentati coordinati contro diverse chiese cristiane. (MISNA)


dicembre 28, 2011 - NIGERIA
ARCIVESCOVO DI JOS: “CONTRO TERRORISTI SERVE UN GOVERNO PIU’ DECISO”
 “Molto triste e preoccupante vedere che nonostante gli sforzi del governo la minaccia di Boko Haram si sia fatta più insidiosa: così se prima operava in un territorio circoscritto ora riesce praticamente a colpire qualunque obiettivo sul territorio nazionale, si tratti di chiese come avvenuto domenica, o di sedi dell’Onu e quartier generali di forze di sicurezza come avvenuto negli ultimi mesi”: alla MISNA che lo raggiunge telefonicamente, la voce dell’arcivescovo di Jos, monsignor Ignatius Ayau Kaigama, arriva grave, rotta da sospiri, preoccupata.
“A Jos siamo ormai purtroppo abituati a eventi del genere – prosegue l’arcivescovo facendo riferimento agli attentati di Natale – ciò che veramente preoccupa è non vedere miglioramenti. Anzi, la situazione sembra aggravarsi. E deve essere dovere del nostro governo intervenire cambiando le strategie fin qui utilizzate. Perché Boko Haram ha dimostrato di essere in grado di colpire ancora più in profondità, di poter arruolare nuove persone, di avere capacità finanziarie e di sapere come rifornirsi di armi anche sofisticate”.
Mentre l’arcivescovo parla, arrivano informazioni su un attacco contro una scuola di arabo nel sud del paese (a prevalenza cristiana) e notizie riferite da diversi media su 90.000 sfollati nella sola città di Damaturu, uno dei luoghi colpiti nel giorno del Natale. “Sugli sfollati – aggiunge monsignor Kaigama – posso dire che il dato è relativo. In questo periodo decine di migliaia di nigeriani fanno ritorno ai villaggi di origine per celebrare le feste. E’ quindi probabile che almeno una parte di questa gente avesse comunque in programma di spostarsi e che non l’abbia quindi fatto per motivi di sicurezza”.
Sul punto apparentemente più dolente, quello della convivenza di cristiani e musulmani, l’arcivescovo dio Jos invita a superare i contrasti: “Questi attentati hanno sicuramente acuito una situazione di disagio, penso che tanti siano naturalmente adirati e pieni di rabbia. Eppure, dobbiamo credere nella pace, cambiare attitudine, superare da una parte e dall’altra rancori e pregiudizi”. (MISNA)


dicembre 29, 2011 - NIGERIA
PRESIDENTE INCONTRA LEADER RELIGIOSI E INVITA ALLA CALMA
Sta cercando di gettare acqua sul fuoco di potenziali rivalità religiose il presidente della Nigeria Goodluck Jonathan. Incontrando ieri esponenti delle comunità religiose, come riferiscono diversi media locali, Jonathan ha sottolineato che gli attentati del giorno di Natale contro chiese di Madalla, Jos e Damaturu e in precedenza a Maiduguri non rappresentano un attacco contro i soli cristiani ma contro l’intera nazione. Il capo dello Stato si è anche impegnato a rivedere le strategie impiegate contro Boko Haram, il gruppo di ispirazione islamica che ha rivendicato gli attentati, di rafforzare la cooperazione tra le varie componenti del paese perché alla fine “il bene prevalga sul male”.
Parole che hanno fatto da contrappeso a dichiarazioni molto pesanti del reverendo Ayo Oritshejafor, presidente dell’Associazione cristiana della Nigeria (Can, l’acronimo inglese). Oritshejafor ha minacciato non meglio precisate reazioni nel caso in cui lo Stato non dovesse essere in grado di rispondere in maniera efficace e ha criticato i leader religiosi musulmani per non aver chiaramente condannato – a suo parere – gli atti terroristici.
In realtà, condanne degli attentati di domenica sono arrivate dal sultano di Sokoto, influente personalità religiosa, e a Madalla la chiesa oggetto dell’attacco è stata visitata dal Comitato degli imam di Abuja. Tajudeen Muhammadu Adigun, l’imam alla guida della delegazione, ha espresso solidarietà e sottolineato che “l’islam è una religione di pace”. Un concetto fatto proprio dal rappresentante del sultano di Sokoto e accolto con favore dal parroco della chiesa, padre Isaac Achi, secondo cui la visita è stata molto utile e dimostra l’unità del popolo nigeriano al di là delle differenze religiose o etniche. “Siamo una sola Nigeria – ha detto padre Isaac in dichiarazioni riprese dal quotidiano ‘Vanguard’ – il nostro paese deve restare in pace. Ecco perché, la compresenza di cristiani e islam, deve essere vista come la compresenza di esponenti di un’unica famiglia”. (MISNA)


6 December 2011
Nigeria's ex-Boko Haram spokesman Konduga jailed

A Nigerian court has sentenced a former spokesman of the militant Islamist sect Boko Haram to three years in prison.
Ali Sanda Umar Konduga was arrested last month with Nigerian senator Ali Ndume, who is accused of backing Boko Haram.
The group has staged several attacks in Nigeria, including on the UN base and police headquarters in Abuja.
Last week, a US Congressional report said Boko Haram was an "emerging threat" to the US and its interests.
Nigeria's security services said Konduga spoke on behalf of Boko Haram, using the name Usman al-Zawahiri.
Konduga said he had not been its spokesman for months as he had been expelled from the group on suspicion of being a government spy.
At the weekend, his father, Sanda Konduga, said his son was mentally ill.

Senator's trial
"Ali Sanda Konduga, since his childhood, has faced mental challenges. It is unfortunate that we now find ourselves in this situation," he said, Nigeria's privately owned The Nation newspaper reports.
He also publicly apologised to Mr Ndume, following claims by the security services that his son had identified him as a sponsor of Boko Haram.
Mr Ndume denies the allegation.

Boko Haram: Timeline of terror
2002: Founded
2009: Hundreds killed when Maiduguri police stations stormed
2009: Boko Haram leader Mohammed Yusuf killed
Dec 2010: Bombed Jos, killing 80
2010-2011: Dozens killed in Maiduguri shootings
May 2011: Bombed several states after president's inauguration
Aug 2011: UN HQ bombed in Abuja
Nov 2011: Dozens killed in north-eastern town of Damaturu

The prosecution has withdrawn charges against Mr Ndume in the magistrates court in Abuja, saying the case would be transferred to the High Court as it was a terrorism trial.
Mr Ndume is a member of a presidential taskforce which explored the possibility of opening talks with the Islamist militants.
He is a senator from Nigeria's ruling People's Democratic Party from Borno state, where Boko Haram first emerged.
Boko Haram means "Western education is forbidden".
Some members of the group say they want Islamic law more widely applied across Nigeria, but correspondents say most factions are focused on local issues.
Boko Haram has carried out many attacks on police and government institutions in Borno state and other parts of Nigeria.
In August, it bombed the UN headquarters in Abuja, killing 24 people.
Last month, it killed more than 100 people in a series of attacks in northern Nigeria.
The US Congressional report, presented at a hearing of the House of Representatives subcommittee on counter-terrorism and intelligence, said in November that Boko Haram had "quickly evolved and poses an emerging threat to US interests and the US homeland".
The report added that Boko Haram "has the intent and may be developing capability to coordinate on a rhetorical and operational level" with al-Qaeda in the Islamic Maghreb (Aqim), which is active in countries such as Algeria, Mali and Niger, and al-Shabab, which is fighting the weak UN-backed government in Somalia.  BBC NEWS


5 December
Nigerian leaders unite against same-sex marriages

Homosexual acts are already illegal in Nigeria. But for its lawmakers that doesn't appear to be categorical enough.
"This is to be pro-active so no-one catches us unaware," says Senator Ahmed Lawan, one of the backers for new legislation that would further criminalise Nigeria's gay community.
The Prohibition of Same-Sex Marriage Bill last week sailed unopposed through the Senate - the country's highest chamber.
Under the new bill, same-sex couples entering into either marriage or cohabitation would face jail terms of up to 14 years.
Those "witnessing" or "abetting" such relationships would also face custodial sentences, and groups that advocate for gay and lesbian rights could also be penalised.

'You are evil'
The lawmakers say they are simply reflecting the prevailing values of Nigerian society.
"We are protecting humanity and family values, in fact, we are protecting civilization in its entirety," Mr Lawan tells the BBC from his office in the capital, Abuja.
"Should we allow for indiscriminate same-sex marriage, very soon the population of this world would diminish."
Far from being on the extreme fringe, the senator's views are moderate compared with some of his peers.
During the third reading of the bill, one northern politician said he believed the punishment should be death.
That was voted down, but at a tense public hearing at the National Assembly activists who spoke against the legislation were jeered and heckled.
"They said: 'You are evil, you are a devil, and if you were my brother you'd deserve to be killed,'" says John Adeniyi, one of those brave enough to speak out.
"And it made me feel like the world is not a place worth being in."
For most gay Nigerians, fear of the law and the depth of public hostility mean living openly is out of the question.
But Rashidi Williams, a 25-year-old from northern Nigeria, has refused to be silenced.
When we meet at a safe house in Abuja, he is wearing simple pink shoes and is frank about the abuse he has suffered.
"I have been attacked on several occasions," he says, telling me how earlier this year his collarbone was smashed when he was out walking with a male friend.
"Apart from that, you get verbal assaults every day, it's very frustrating."
Mr Williams now works for an organisation trying to protect the rights and health needs of homosexuals, bisexuals and transgender people.

UK-Nigeria row
It is the sort of group that could well be banned under the proposed legislation.
Nigeria is the latest African country to move towards restricting gay rights in recent years, following Uganda, Kenya, Ghana and Senegal.
Many traditional and religious leaders in Africa condemn homosexuality as unAfrican but there are also growing calls from activists across the continent for gay rights to be recognised.
And under pressure from their own electorates Western leaders are increasingly trying to exert their influence on proposals which they argue are against fundamental human values.
In October, UK Prime Minister David Cameron suggested that the aid budget could be cut to countries that didn't recognise gay rights.
Nigeria receives about £140m ($220m) a year from the UK, but - if anything - Mr Cameron's comments appear to have encouraged the Senate to show their independence.
"If there is any country that does not want to give us aid on account of this, it should keep its aid," David Mark, President of the Senate, proclaimed as the bill completed its third reading.
"We hold our values, customs and tradition dearly. No country has the right to interfere with the way we make our laws," he added.
Diplomats from the British High Commission in Abuja say they are watching the progress of the bill closely.
It is not hard to see what has so attracted the senators to the legislation.
In addition to thumbing their noses at an old colonial power, the bill also appears to be achieving that rare thing: Uniting the majority of followers of Nigeria's two main religions.
That is no small feat in a country riven by political and religious conflicts.
"Even though we are said to be secular by our constitution, Nigerians are very religious people," Mr Lawan says.
"Both Muslims and Christians are opposed to same-sex marriage."
But when speaking to Nigerian politicians, they keep returning to the same view - that homosexuality and hence same-sex marriage is alien to the country's history and culture.
It is a view that Mr Williams is quick to reject.
"We have traditional names for homosexuals. So tell me what is not Nigerian about homosexuality?" he asks.
"There is something very Nigerian about homosexuality, there is something very African about homosexuality."
Before it becomes law, the bill must be passed by the lower chamber, the House of Representatives, and then signed by the president. BBC NEWS


14 December 2011
Nigeria's Niger Delta: drownings in boat accident

At least 20 people have drowned after an overloaded boat capsized in Nigeria's oil-rich Niger Delta region, officials say.
They said at least three people, including a pregnant woman and child, survived the accident.
The wooden boat was travelling between Eagle Island and Mgbuodohia in Rivers State when it capsized on Tuesday.
Despite the region's oil wealth, most people there are poor and complain of bad transport networks.
A spokesman for the National Emergency Management Agency (Nema), Yushau Shuaib, said rescue workers had so far recovered 20 bodies.
"The boat was overloaded with passengers, some standing," he said.

'Emotional relatives'
Divers are taking part in rescue operations, reports the BBC's Fidelis Mbah from the capital of Rivers State, Port Harcourt.
There were also goats on the boat, he says.
A rescue official in the area, Umesi Emenike, said the survivors included a child and a pregnant woman who gave birth hours after being rescued, AFP news agency reports.
"There are lots of onlookers, curious onlookers, and some very emotional relatives," he is quoted as saying.
Roads are bad or non-existent in many parts of the Niger Delta, forcing people to travel by boat through the region's creeks and rivers.
Nigeria is a leading oil producer, but many of its citizens live in poverty.
The Niger Delta has been unstable for years since militant groups launched a rebellion to demand that the government spend more of its oil revenue to develop the region. 
BBC NEWS


19 December 2011
Lagarde praises Nigeria's economic efforts

IMF head Christine Lagarde, who is visiting Africa, has praised Nigerian President Goodluck Jonathan's efforts to transform his country's economy.
Ms Largarde held talks with the president after meeting the country's finance minister, Ngozi Okonjo-Iweala, earlier on Monday.
She is expected to focus on the fallout from the eurozone debt crisis and youth unemployment during her visit.
Ms Largarde is visiting Africa for the first time as head of the IMF.
On Tuesday, she is expected to attend a forum in Lagos on Africa's economic future before travelling to neighbouring Niger.

Corruption
"My mission is to come and listen and appreciate and understand exactly what economy programme will be implemented in Nigeria, and the initiative and leadership of President Goodluck Jonathan," Ms Lagarde said.
"I was extremely impressed with... the energy and pace at which he wants to transform the economy, create jobs and focus on agriculture."
Last month, Mr Jonathan sacked the head of the country's anti-corruption agency, the Economic and Financial Crimes Commission.
Farida Waziri's removal was to "revitalise the fight against corruption", his spokesman said.
Nigeria has been plagued by allegations that its wealth has been used for corrupt purposes since the oil boom of the 1970s. BBC NEWS


21 December 2011
Shell shuts Nigerian oil field after spill

Oil producer Shell says it has shut down a field off the coast of Nigeria after a leak during a transfer of oil to a tanker led to 40,000 barrels spilling into the Atlantic Ocean.
The Bonga field is approximately 120km (75 miles) offshore and produces 10% of Nigeria's oil exports.
A spokesman for Shell said the flow of oil from the leak had now stopped and no-one had been injured.
The Anglo-Dutch company says it is focusing on the clean-up.
The head of Shell Nigeria, Mutiu Sunmonu, apologised for the leak.
"As soon as we became aware of it, we stopped the flow of oil and mobilised our own resources, as well as industry expertise, to ensure its effects are minimised," he said.
"It is important to stress that this was not a well control incident of any sort, and to make clear that no-one has been injured."
Most previous oil spills in Nigeria have been onshore and caused by sabotage or militant attacks.
In August 2011 a UN report into spills in Ogoniland found that the region could take 30 years to recover.
The BBC's Fidelis Mbah, who is in Port Harcourt, says local environmental campaigners are afraid that the spill may have devastating effects on fishing communities close to the oil field.
Nigeria is one of the world's biggest oil producers, and the government announced plans to increase production earlier this month. BBC NEWS


23 December 2011
Nigeria oil spill 'could hit fisheries'

The head of Friends of the Earth, Nigeria, has warned that a recent oil spill off the country's coast could have a severe environmental impact.
"We are concerned this will have a major impact on the ocean, on the coastline, as well as on fisheries," Nnimmo Bassey told the BBC.
An estimated 40,000 barrels of crude oil have spilled into the Atlantic Ocean from the Shell oil field.
Shell maintains that the leak remains offshore, is thinning and breaking up.
Shell's chairman in Nigeria, Mutiu Sunmonu, told the BBC the leak was "regrettable" but the oil firm was attempting to "mitigate the consequences".
Mr Sunmonu said he was confident that the five ships using dispersing agents and the evaporation of the oil meant the spill would not reach the shore.
"It gives me a lot of confidence that it will not impact on the coastline," he told the BBC.
The leak occurred at the Bonga field, which is approximately 120km (75 miles) offshore and produces 10% of Nigeria's oil exports.
It happened during a transfer of oil to a tanker.

Inspection
Friends of the Earth, Nigeria, says it fears the spill could have a serious impact on the breeding grounds of bonga fish.
"The area in which this spill occurred is a very special area for the bonga fish, that provides protein for most of West Africa," said Mr Bassey.
"It will certainly have a major impact on the aquatic life of the area... 40,000 barrels of oil didn't just disappear. Where did it disappear to?" he said.
Mr Sunmonu apologised for the leak, saying: "As soon as we became aware of it, we stopped the flow of oil and mobilised our own resources, as well as industry expertise, to ensure its effects are minimised."
He said that Nigeria's National Oil Spill Detection and Response Agency would be visiting Bonga on Saturday to inspect the clean-up operation.
Analysts say most previous oil spills in Nigeria have been onshore and caused by sabotage or militant attacks.
In August 2011, a UN report into spills in Ogoniland found that the region could take 30 years to recover.
A claim for damages has been launched in London against Shell for these spills on behalf of 68,000 Nigerians living in Ogoniland.  BBC NEWS


25 December 2011
Deadly Nigeria bomb attacks condemned by world leaders

There has been widespread condemnation in the international community of a series of Christmas Day bomb attacks in Nigeria that killed almost 40 people.
The White House said the attacks were "senseless violence" and the UK foreign secretary called them "cowardly".
Militant Islamist group Boko Haram said it carried out the attacks.
A blast outside a church near the capital Abuja claimed 35 lives, while a policeman died in the city of Jos and four people were killed in Damaturu.
Nigerian President Goodluck Jonathan said the attacks were "an unwarranted affront on our collective safety and freedom", adding: "Nigerians must stand as one to condemn them."

'Solidarity'
The White House said initial investigation showed the attacks were "terrorist acts" and pledged to help Nigeria bring those responsible to justice.
Boko Haram - which has admitted carrying out these attacks - has been locked in an increasingly bloody struggle with the Nigerian authorities since it was founded in 2002.
There were indications these attacks were being planned. In the past week, bombs that were being prepared exploded prematurely in Yobe and Kaduna states.
Then the police raided a suspected Boko Haram hideout in Yobe. Some 60 people were killed in the ensuing gun battle.
Sunday's bomb attacks appear part of a planned offensive by the militants, who are calling for a strict Islamic state.
Spokesman Jay Carney said: "We condemn this senseless violence and tragic loss of life on Christmas Day. We offer our sincere condolences to the Nigerian people and especially those who lost family and loved ones."
French President Nicolas Sarkozy expressed "solidarity in [Nigeria's] fight against terrorism", while German Foreign Minister Guido Westerwelle said: "Even on Christmas Day, the world is not spared from cowardice and the fear of terrorism."
UK Foreign Secretary William Hague said: "These are cowardly attacks on families gathered in peace and prayer to celebrate a day which symbolises harmony and goodwill towards others. I offer my condolences to the bereaved and injured."
Israel said it would send medical aid to Nigeria and that it "condemned in the strongest terms these attacks carried out on Christmas Day".
The Vatican said attacking a church was "blind hatred" seeking to "arouse and feed even more hatred and confusion".
President Jonathan, who is a Christian, said: "I want to reassure all Nigerians that the government will not relent in its determination to bring to justice all the perpetrators."

Angry crowds
The first attack, outside St Theresa's Church in Madalla, near Abuja, killed 35 and wounded more than 50.
The church and surrounding homes were badly damaged.
Father Christopher Barde told AFP news agency the blast occurred as the Christmas morning service was ending.
"It was really terrible," he said. "Some [wounded] people ran towards me [saying] 'Father anoint me'."
Crowds grew angry over the attack and the slow response of the emergency services.
Reuters reports that thousands of youths have erected roadblocks on the road from the capital to the largely Muslim north, and are being tackled by security forces firing tear gas.
In Jos, a blast close to the Mountain of Fire and Miracles Church was followed by gunfire that left one officer dead, government spokesman Pam Ayuba told the Associated Press news agency.
Two explosive devices found in a nearby building were disarmed as military were deployed to the site.

Boko Haram: Timeline of terror
2002: Founded
2009: Hundreds killed when Maiduguri police stations stormed
2009: Boko Haram leader Mohammed Yusuf captured by army, handed to police, later found dead
Sep 2010: Freed hundreds of prisoners from Maiduguri jail
Dec 2010: Bombed Jos, killing 80; blamed for New Year's Eve attack on Abuja barracks
2010-2011: Dozens killed in Maiduguri shootings
Nov 2011: Co-ordinated bomb and gun attacks in Yobe and Borno states
Dec 2011: Series of bomb attacks on Christmas Day kills dozens

In Damaturu, in the north-east, there were two explosions.
One was a suicide car bomb attack on a convoy of the State Security Service.
BBC correspondents say four people were killed there, including the suicide bomber.
There was also an explosion in the nearby town of Gadaka.
Damaturu and Gadaka are both in Yobe state, which has been the epicentre of violence between security forces and Boko Haram militants.
More than 60 people have died in fighting there this week.
A spokesman for Boko Haram, Abul-Qaqa, told local media it carried out the bomb attacks.
Boko Haram, which means "Western education is forbidden", wants the imposition of Sharia law.
The group carried out an August 2011 suicide attack on the UN headquarters in Abuja, in which more than 20 people were killed.
It was also responsible for a string of bomb blasts in Jos on Christmas Eve 2010. BBC NEWS


28 December 2011
Nigeria Christians 'to defend churches from Boko Haram'

Nigerian Christians will have "no other option" but to defend themselves if attacks by Islamist militants continue, a coalition of churches has said.
The Christian Association of Nigeria said the Boko Haram group had declared war with its recent violence.
More than 40 people were killed in attacks on churches across the country on Christmas Day.
Since then, some 90,000 people have fled their homes amid clashes between Boko Haram and police in Damaturu.
Earlier on Wednesday, six children and an adult were injured when a homemade bomb was thrown into an Islamic school in southern Delta state.
A police spokesman said the bomb had been thrown from a moving car - it was not clear who was behind the attack, which has raised fears of retaliatory vigilante strikes.

'Declaration of war'
"The consensus is that the Christian community nationwide will be left with no other option than to respond appropriately if there are any further attacks on our members, churches and property," said the leader of the Nigerian Christian Association of Nigeria, a group of Pentecostal churches.
Ayo Oritsejafor was speaking at the St Theresa Church outside the capital, Abuja, where 35 people died in the Christmas Day bombings, the AFP news agency reports.
He said the attacks were "considered as a declaration of war on Christians and Nigeria as an entity," and that while he did not want to encourage acts of revenge, "Christians should protect themselves... in any way they can".
Mr Oritsejafor said the lack of response by Muslim leaders was an "abdication of their responsibilities", and that the Christian community was also "fast losing confidence in government's ability to protect our rights".
Nigerian President Goodluck Jonathan, who is a Christian, has held urgent meetings with Muslim and Christian leaders in an attempt to restore calm.
On Tuesday, Nigeria's main Muslim cleric, the Sultan of Sokoto, denounced the Christmas Day attacks and called for calm.
"I want to assure all Nigerians that there is no conflict between Muslims and Christians, between Islam and Christianity," said Muhammad Sa'ad Abubakar.
But the BBC's Africa correspondent Karen Allen says the continent's most populous nation faces the spectre of sectarian violence between the largely Muslim north and Christian south.
Boko Haram, which is believed to have links to al-Qaeda, has claimed responsibility for the Christmas Day attacks.
Last week, its militants were involved in heavy gun battles with government troops in the north-eastern city of Damaturu.
A state emergency management official said the clashes had displaced 90,000 people and that the entire district of Pompomari had been emptied as residents fled.
Boko Haram, which means "Western education is forbidden", wants the imposition of strict Sharia law in Nigeria.
The group carried out an August 2011 suicide attack on the UN headquarters in Abuja, in which more than 20 people were killed.
It was also responsible for a string of bomb blasts in Jos on Christmas Eve 2010.
BBC NEWS

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